mercoledì 29 gennaio 2014

Sisma dell'Aquila 06-04-09 provocato artificialmente dagli illuminati?

 
Chi non è a conoscenza della catastrofe generata dal sisma del 6 aprile 2009 a L'Aquila, che si è ripercosso in maniera quasi irreversibile sulla città nella quale ci sono state gravi perdite sia umane(309 vittime) che di carattere urbano (sono andati distrutti palazzi antichi del centro storico e non solo e monumenti di valore inestimabile); si pensi che attualmente versa in condizioni pessime ancora priva di un centro storico e senza un piano di ricostruzione chiaro ed efficiente. La natura d'altra parte ha scatenato la sua furia in una zona definita sismica da sempre ed è impossibile, dicono gli esperti, prevedere i terremoti. Questo ultimo quesito però è ultimamente fonte di vari dibattiti: in base a uno studio condotto dal tecnico impiegato presso il laboratorio del Gran Sasso Gianpaolo Giuliani, i terremoti potrebbero essere previsti grazie a delle apparecchiature che rileverebbero il grado di radon (un gas che si accumula e da origine alle scosse) nel sottosuolo. Sul sisma dell'Aquila in particolare ci sono state anche molte diatribe, sul motivo del mancato stato d'emergenza che in genere la protezione civile dichiara a fronte di simili sciami sismici. Ma se ci fosse qualche oscura macchinazione dietro tutto ciò? Non tutti sanno che secondo la teoria complottista sarebbe possibile generare dei terremoti artificiali, come scrive il teorico Adam Kadmon nel suo libro; la prima cosa da fare per farsi un'idea più chiara di come questo possa essere possibile, è andare su questi due siti che offrono gratuitamente ai visitatori il monitoraggio in tempo reale dell'attività sismica. Il primo si occupa della parte del Nuovo continente:
e il secondo dell'Europa e del Mediterraneo:
In questo modo si può disporre di una panoramica più completa degli eventi tellurici ditribuiti secondo una griglia particolareggiata e aggiornata. Ebbene, confrontando la distribuzione dei terremoti avvenuti nei secoli scorsi con quelli degli ultimi anni , si nota che gli epicentri e gli ipocentri sono distribuiti in maniera talmente regolare da escludere che sia frutto del caso, come invece dovrebbe essere per natura. Come sostiene Adam Kadmon i teremoti possono essere creati in vari modi; il più banale consisterebbe nel piazzare delle bombe nelle profondità di determinate faglie sismiche, in zone strategiche: m, anche qualora si trattasse di aree sottomarine, si rischierebbe di essere intercettatidai sistemi di controllo internazionali. Gli illuminati ,invece, sembrerebbero utilizzare una tecnologia simile a quella che sta alla base del progetto HAARP. Inizialmente gli scettici asserivano che questo progetto non esistesse. Poi si è dimostrato che esisteva realmente. Allora gli scettici hanno detoo che la sua esistenza non comprovava nulla. Eppure su You Tube è comparso più di un video in cui una persona, semplicemente studiando i tracciati delle emissioni dell'HAARP, si è dimostrata perfettamente in grado di predire gli eventi sismici verificatisi in Giappone e Nuova Zelanda. Si ipotizza che le 180 antenne dell'installazione emettano onde elettromagnetiche. Secondo la teoria dell'arma sismica, queste onde elettromagnetiche verrebbero fatte rimbalzare sulla ionosfera e dirette su determinate aree del pianeta dove si trovano le faglie. Inoltre, colpendo la ionosfera, ne provocherebbero l'innalzamento e quindi la formazione di una cupola in grado di produrre una differenza di potenziale rispetto all'area sottostante. In entrambi i casi laddove vi sia una faglia si andrebbe creando una variazione energetica tale da alterare gli equilibri sotterranei e provocare la rottura delle masse rocciose in attrito. La conversione dell'energia potenziale accumulata nei punti di massima pressione tellurica in una enorme quantità di energia cinetica scatenerebbe il terremoto. Esistono programmi analoghi al progetto HAARP: l'HIPAS, sempre in territorio statunitense, il SURA in Russia e l'EISCA in Norvegia, nonchè altri, i cui nomi sono segreti e le cui ubicazioni non possono essere divulgate per ragioni di sicurezza nazionale.
Sempre secondo la teoria del complotto, gli illuminati userebbero satelliti e impianti terrestri da cui sparano fasci di plasma sulla ionosfera, opportunamente modificata da aerei rilasciano scie chimiche. In base all'intensità del raggio e all'angolatura sarebbe dunque possibile convogliare energia nei punti strategici, scegliendo addirittura a quale profondità concentrarla. In questo modo, laddove vi sia già una faglia, una tensione tra zolle o comunque un accumulo di energia cinetica per l'attrito sotteraneo degli enormi blocchi di roccia, si favorisce lo scatenarsi dell'evento sismico. Perciò ipotizzando che queste tecniche siano già in uso, il sisma dell'Aquila potrebbe essere stato indotto artificialmente per interesse degli illuminati nel mettere le mani sul fantomatico tesoro che i templari avrebbero nascosto proprio in questa città. Approfittando magari del marasma scatenatosi in seguito al sisma potrebbero esserne entrati in possesso. Sono in molti infatti a sostenere che il tesoro dei templari possa essere stato celato nella basilica di Collemaggio a L'Aquila chedopo il sisma ha subito ingenti danni. O forse potrebbero averlo occultato nella chiesa di Santa Giusta sempre a L'Aquila. Si riscontrano delle singolari corrispondenze infatti tra il Monte del Tempio a Nord di Gerusalemme rispecchia la posizione a Sud della Chiesa di Santa Giusta a l’Aquila, così come speculari sono le collocazioni dell'aquilana Basilica di Collemaggio voluta e costruita da Celestino V e del Monte degli Ulivi di Gerusalemme. Insomma, come non rimanere un po’ frastornati da tutte queste coincidenze? Sono troppe in effetti e toppo particolareggiate.
 
 
 
 
 
 
fonti:libro di Adam Kadmon "Illuminati"

Analogie tra L'Aquila e Gerusalemme


Uno dei legami della città dell'Aquila con i cavalieri templari risulta proprio nelle analogie che si riscontrano confrontando le piante delle due città costruite entrambe nel XII secolo; 

 




 
 
Riusltano infatti speculari, forse per celare lo stesso segreto e custodire il tesoro del tempio di Re Salomone. Analizzando in dettaglio le due città si può notare che sorgono all'incirca alla stessa altezza: L'Aquila 721km e Gerusalemme a 750km; inoltre Gerusalemme al tempo dei templari e delle crociate era suddivisa in quattro quartieri: quello cristiano, quello musulmano, quello ebraico, e quello armeno. Anche L'aquila è suddivisa in quattro quarti. Anche la disposizione dei fiumi, il Cedron e l'Aterno che costeggiano le due città risulta identica. Simili sono anche la posizione e la struttura di alcuni monumenti come la piscina di Siloe a Gerusalemme e la fontana delle 99 cannelle a L'Aquila; entrambde opere di ingegneria idraulica e adiacenti ad una porta muraria e costruite nella parte bassa della città. Le mura della città aquilana hanno 12 porte come le mura della città santa. Il numero 99 è un numero ricorrente a L'Aquila: 99 sono le sue piazze, 99 le fontane e 99 le chiese; ciò la collega con gerusalemme quale centro della cristianità: 99 sono le lampade ad olio che bruciano ininterrottamente, notte e giorno, nelle grotte vaticane dove sono ospitate le tombe dei Papi. 9 erano i Templari che scavarono per 9 anni nel Tempio di Salomone. E la stanza segreta in cui si supponeva fosse l’Arca dell’Alleanza misurava 9 x 9 m. L’ordine dei Templari fu istituito nel 1099. 99.16 è il numero delle lunazioni che si verificano nel corso di 8 anni alla latitudine de l’Aquila. Mentre Gerusalemme ha invece come numero 66, il valore numerico corrispondente alla parola Dio per l’Islam (il quadrato magico di Allah),ma anche l’anno della rivolta dei giudei contro i romani. L’Aquila, che non è altro che la sua copia occidentale, progettata con i punti cardinali topograficamente invertiti, non può avere altro che il numero 99, cioè il 66 invertito. L’Aquila si trova al 42 ° di latitudine su uno dei nodi più potenti del Mondo,come abbiamo visto al centro di una linea che parte da Giza ed arriva a Stonehenge.
Una città costruita per diventare l’antinomia della Roma dei Cesari e dei Papi,per ospitare una nuova chiesa basata su valori spirituali più che temporali. Una città edificata sulla pianta di Gerusalemme e speculare rispetto alla costellazione dell’Aquila per simboleggiare l’era del cambiamento. Il papa del cambiamento fu deposto,rinchiuso e probabilmente ucciso, e così iniziò l’opera di occultamento e dissacramento per distruggere la città di Federico e del papa del “Gran rifiuto” ma non tutto è stato cancellato. L’Aquila è una città da sempre avvolta nel mistero,la storia della Regina degli appennini si presta a chiavi di lettura diverse.Il papa dell’era dello spirito Celestino V

 
 
 fu deposto,rinchiuso e probabilmente ucciso e così iniziò l’opera di occultamento,depauperando la memoria di questo luogo ma non tutto è stato cancellato. Benvenuti dunque nella leggenda,in questo affascinante viaggio attraverso i secoli e benvenuti dunque a L’Aquila, città del passato del presente e del futuro.






fonti:http://www.iviagginellastoria.it/rubriche-2/i-cavalieri-templari/840-laquila-e-i-templari-celestino-v-e-la-basilica-di-collemaggio.htmlhttp://www.pilastridiluce.net/wordpress/libri-e-film-per-lanima/il-mistero-dellaquilala-nuova-gerusalemme/
immagini:http://www.perdonanza-celestiniana.it/la-perdonanza-celestiniana/celestinoV.php

 


martedì 28 gennaio 2014

L'aquila città templare: nelle iconografie di Santa Maria Ad Cryptas analogie con i simboli e la storia dei Cavalieri Templari


Cosa lega la città dell’Aquila all’ordine militare monastico più conosciuto al mondo? Sembrerebbe che la città sia stata costruita per celare un segreto ma cerchiamo di analizzare i fatti e gli elementi che possono aiutarci a ricostruire i movimenti dei cavalieri templari. La nascita dell’Ordine è da collocarsi territorialmente e storicamente nella Terrasanta al centro delle guerre tra forze cristiane e islamiche  scoppiate dopo la prima crociata, indetta da papa Urbano II al concilio di Clermont nel 1096.  Nel 1099 i cristiani riconquistarono la Terrasanta in mano ai musulmani. In quello stesso anno alcuni crociati assolto il compito di proteggere i pellegrini per le vie della Terrasanta, tornarono in Europa lasciando Gerusalemme quasi incustodita. Così nello stesso anno Ugo di Payns, 
originario della cittadina francese di Champagne, insieme al suo compagno d’armi Goffredo di Saint-Omer e ad altri sette cavalieri raggiunsero Gerusalemme divenendo custodi del Sepolcro di Gesù, e dando inizio ad uno dei più antichi ordini religiosi cavarellereschi cristiani, quello dei Pauperes commilitones Christi templique Salomonis (Poveri Compagni d’armi di Cristo e del Tempio di Salomone), meglio noti come Cavalieri templari o semplicemente Templari. Ma lo scopo di questi nove cavalieri era ben diverso dall’offrire semplice protezione; infatti si dedicarono alla ricerca dei tesori del tempio di Gerusalemme,  reliquie dai poteri immensi, andate perdute nel corso dei secoli. E’ in questo modo che i Templari entrarono in possesso di oggetti e documenti importanti, che si impegnarono a custodire e tramandare in segreto. La leggenda racconta che i Templari nascosero parti dei loro tesori in vari luoghi segreti, alcuni dei quali si trovano in Italia. E proprio a l’Aquila, diverse sarebbero le tracce del passaggio e della presenza dei Templari. A Fossa, a pochi km da l’Aquila, si trova la chiesa di S. Maria Ad Criptas del XIII sec. 
La sua assoluta particolarità risiede nei due distinti cicli d’affreschi che ne ricoprono interamente l’interno. 
Il primo ciclo opera di artisti bizantino-cassinesi nell’abside, nella parete meridionale nell’arco trionfale e nella parete di contro-facciata, il secondo ad opera di pittori di scuola toscana di gusto protogiottesco , che riaffrescarono la parete settentrionale riedificata in seguito al terremoto del 1313.  Il ciclo bizantino-cassinese inizia dalla parete destra dell’arco trionfale e quindi per proseguire sulla parte meridionale, ove sono presenti splendide scene tratte dalla Genesi. Nell’abside sono le rappresentate, come era usanza presso la cultura bizantina,  le scene della Passione del Cristo. Sulla parete di sinistra una magnifica Ultima Cena, sulla parete frontale troviamo invece San Giovanni Battista, San Paolo, Cristo Pantocratore, San Pietro e San Giovanni Evangelista. In basso si  procede con la Flagellazione e quindi al centro la Crocifissione con la Madonna  e San Giovanni Evangelista, la Deposizione. Ed proprio in alcune scelte iconografiche dei dipinti che si riscontrano forti legami con  i simboli e con la storia dei Cavalieri Templari. Sulla parete frontale, abbiamo infatti le scene  relative alla Passione di Cristo, le più significative per il nostro discorso;  queste sono composte da quattro riquadri; partendo da sinistra verso destra  troviamo come prima la Flagellazione: 
la scena viene rappresentata nei due momenti più importanti per la  sorte di Gesù: la decisione di Ponzio Pilato, che vediamo seduto su un trono a  baldacchino, del Cristo notiamo in  modo particolare la sua espressione ricca di emotività,caratteristica  questa assai frequente nei cicli cristologici dei primi secoli dopo il Mille,scorrendo  le scene abbiamo al centro del registro abbiamo una significativa Crocifissione: 
la scena  segue l’impianto compositivo classico, con Maria a destra e San Giovanni Evangelista a sinistra della Croce che hanno  la funzione di rappresentare il passato e il futuro, con l’Apostolo chiamato  all’adempimento del dovere divino. L’iconografia segue parzialmente i dettami  dell’arte bizantina: il Cristo è rappresentato morto, con la testa reclinata  sulla spalla e la schiena che inarcandosi pare voleri staccare dalla croce. A  seguire incontriamo la Deposizione, 
anche in questo caso il nostro anonimo pittore decide di  raffigurare la scena nel suo momento più drammatico, quasi a voler imprimere la  maggior carica di pathos possibile al dipinto. Il corpo bendato di Cristo, dopo  essere stato posato sul ,pittoresco sepolcro in pietra, da Giuseppe e Nicodemo  al margine della scena, sta per essere richiuso; San Giovanni avvicina la mano  del Maestro al suo viso, a cercare una carezza mentre le donne, provate dal  dolore, si stringono la veste al seno. Tutte queste scene appena descritte  hanno suscitato tantissimi scalpore dal punto di vista delle leggende sui  Templari, tantochè il 12 maggio del 2008 la chiesa di Santa Maria ad Cryptas è  stata oggetto di una speciale puntata di Voyager dal titolo: Templari il tesoro  è in Italia?” in cui lo stesso presentatore Roberto Giacobbo ebbe modo di  vedere dal vivo la chiesa.
Ma andiamo con ordine e parliamo un po’ di storia: com’è noto il fondatore,  o meglio colui che spinse i piccoli feudatari a d unirsi per fondare una nuova  città, l’Aquila appunto  fu l’imperatore  Federico II  di Hohenstaufen (1194-1250). Una figura questa molto misteriosa: pare avesse infatti  stretti rapporti con l’Ordine del Tempio e moltissime delle costruzioni da lui  commissionate, Castel del Monte, in primis sono ricchissime di  simboli e decorazioni indiscutibilmente riconducibili  ai dettami templari. Santa Maria ad Cryptas, così come il feudo di Forcona,  all’epoca rappresentavano una delle maggiori potenze per il clero locale, ed  più che plausibile che la stessa committenza della chiesa sembrerebbe stata  voluta da qualche potente cavaliere crociato di ritorno in Europa dopo una  crociata in Terra Santa. A confermare questa ipotesi vi è proprio al di sotto  della scena con la Deposizione un riquadro con un uomo (senz’ombra  di dubbio un cavaliere gerosolimitan0, probabilmente templare) e tutta la sua  famiglia in posizione orante come in una devota preghiera. Sull’identità di  tale personaggio non si sa nulla di certo, sono state proposte svariate  attribuzioni ma oggi gli storici più accreditati, ritengono si tratti di tal  Morel de Saurs, un nobile feudatario proveniente da Saorge, piccolo centro  della Provenza giunto probabilmente in Italia, al seguito di Carlo I d’Angiò.  Tornando alla nostra storia è provato e di indubbia certezza che una delle  maggiori fonti di guadagno e di prestigio per i Cavalieri in Occidente era il  trasporto delle reliquie; oggi sempre più molti studiosi ritengono che essi  potessero aver custodito per qualche tempo anche la stessa Sacra Sindone,  ovvero il sudario in cui la tradizione vuole  sia stato avvolto il corpo del Cristo dopo la  sua morte e dove si sarebbero impresse le fattezze umane del Figlio di Dio.  Alcuni studiosi ritengono che chi ha dipinto gli affreschi di Santa Maria ad  Cryptas abbia avuto modo di osservare molto da vicino la preziosissima reliquia  cristiana, tanto da poterne addirittura notare delle particolarità come il  pollice della mano destra piegato innaturalmente verso il basso. Nella scene  della Flagellazione, Crocifissione e Deposizione troviamo dei dettagli  fisici molto particolari, che vanno a discapito di una rappresentazione  pittorica che si prefigge di essere “veritiera” per invece addentrarsi nelle  caratteristiche molto strane, riconducibili solo alla figura della Sindone.  Come ad esempio il fatto che il corpo di Cristo denota la figura di un uomo  molto alto, decisamente troppo per l’epoca, cosi come sembrerebbe risultare dal  sudari, inoltre la posizione del corpo nella Crocifissione è molto simile all’inarcatura del corpo ritrattato  e il particolare più significativo resta comunque quello strano pollice piegato  verso il basso. Ma non è tutto nella parte alta dell’arco trionfale 
troviamo  due raffigurazioni di santi su chi sia il primo il dubbio è tra San  Mena, un soldato romano martire il cui culto proveniente dal medio-oriente  attecchì anche in Abruzzo, come testimonia un edifico di culto tra i più  antichi d’Abruzzo a lui dedicato presso Lucoli,località a pochi chilometri da  Fossa e San Maurizio. Quale  sia l’attribuzione giusta non è dato saperlo ma siamo comunque davanti ad  “santo militare” notoriamente considerati uno  dei protettori di tutti gli ordini  cavallereschi e crociati e la sua  presenza in questa chiesa ben si collega all’idea dei cavalieri e dei crociati  sulla famosa via dei pellegrinaggi che seguiva la costa nella regione  abruzzese. Il secondo invece è sicuramente San Giorgio (foto 19) ritratto con  un evidente scudo crociato nella sua classica iconografia di uccisore del  drago. Tutta la storia di questi luoghi e in particolare quella di questo  piccolo luogo di culto pare quindi ricollegarsi alla straordinaria e all’ancor  non del tutto chiarita vicenda dell’affascinante Ordine del Tempio. Ora se mi  permettete volevo concludere con una piccola considerazione personale, il  motivo che mi ha spinto a scrivere queste righe sulla chiesa di Santa Maria ad  Cryptas è legato non solo alla mia passione per l’arte ed al fascino che i  misteri e le leggende riescono a trasmettermi ma soprattutto, per l’amore che  provo verso la mia terra d’Abruzzo messa duramente alla prova da un sisma che a  distanza di tre anni lascia purtroppo ancora evidenti i suoi segni nel cuore  come nella “cultura”di questo angolo d’Italia.






fonti:http://www.luoghimisteriosi.it/abruzzo/fossa.html